Tra meno di un anno in molti comuni si eleggeranno i nuovi Amministratori: tanti Sindaci sono al loro secondo ed ultimo mandato -per fortuna o purtroppo, a seconda dei casi-, altri ci riproveranno ancora una volta. In effetti, però, la Legge non consente due mandati consecutivi, ma non impedisce la candidatura a Consigliere Comunale, o di essere chiamato direttamente dal nuovo Sindaco ad entrare in Giunta come Assessore. Ora io mi chiedo: se questa Legge è stata fatta per far si che il potere che si acquisisce non diventi deleterio (e pericoloso) per la persona stessa e per i Cittadini, perché mai non si è stabilito che a fine dei due mandati, quella persona non possa più partecipare a nessun titolo alla vita amministrativa di quella Città? E non sarebbe stato giusto che questo vincolo fosse stato esteso anche ai Consiglieri Comunali? Vero che la libertà individuale non deve essere violata, ma è altrettanto vero che il potere che si acquista nel corso degli anni, anche come semplice Consigliere, può rappresentare un danno per la Comunità, oltre che per se stessi.
Le connivenze con gli ambienti della criminalità, non trovano forse più terreno fertile in chi sa di poter contare sulla sua costante rielezione che gli consentirà, poi, di determinare l’andamento delle cose sul territorio che rappresenta? Ma già solo per allontanare l’idea che una persona, per quanto sana, possa venire “ammaliata” dal potere che deriva dal sedere in un Civico Consesso (o in Parlamento, il problema è uguale), non sarebbe meglio limitarne la partecipazione a solo due mandati, senza alcuna deroga?
Talune persone pensano, nel pieno possesso della loro arroganza e della loro presunzione, di essere persino indispensabili alla vita politica della propria Città, del proprio Paese, ma in effetti molto spesso rappresentano quel cancro che nessuno riesce ad estirpare e che tutti cercano di tenere “buono” per non subirne gli effetti malefici.
La Politica, quella con la “P” maiuscola, deve essere un mettersi al servizio della comunità con notevole spirito di sacrificio e di rinuncia alla propria posizione, al potere personale e a qualsiasi tipo di tornaconto. Per questa ragione non bisognerebbe “affezionarsi” troppo alle poltrone e a tutto ciò che deriva dal sedersi sopra una di esse. E sempre per questa ragione bisognerebbe modificare la Legge in modo da limitare
[banner] questa inevitabile “affezione” ponendo un tetto massimo di tempo per ogni tipo di legame con questo nobile servizio per la Comunità in cui si vive. Solo così facendo, probabilmente, ciascun politico -a qualsiasi livello- farebbe di tutto per lasciare un ottimo ricordo di sé, piuttosto che “pensare solo a sé”.
Restare troppo tempo seduti su una poltrona può far nascere la convinzione di esserne i padroni e questo sarebbe un gravissimo errore poiché da qui parte la convinzione che i Cittadini siano addirittura dei sudditi.
Tra meno di un anno si vota…
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > Tra meno di un anno si vota…