Dopo quella notte di paura -o meglio, di terrore- vissuta dalla popolazione di Mormanno e dintorni, e che per fortuna non ha contato vittime umane, “qualcuno” prova a strumentalizzare gli eventi non rendendosi conto, evidentemente, che alcuni “atti” sono semmai eroici e non certamente “finalizzati” come, invece, dimostrano sempre di essere le strumentalizzazioni stesse. Anche perché la strumentalizzazione è una delle pratiche più diffuse tra coloro che perseguono ben altri interessi, politici e non, per destabilizzare e per generare confusione, oltre che per provare a trarre vantaggi per se stessi.
Credo che per avere “diritto” di critica sui comportamenti tenuti quella notte, bisogna che le persone abbiano innanzitutto vissuto il dramma e la paura che “quella” scossa ha provocato (io sono stato in piedi e vestito tutta la notte, nonostante fossi a notevole distanza), ma non tanto come persona, quanto come responsabili della vita di tante altre persone -peraltro disabili, ammalati e incapaci di assumere qualunque forma di difesa della propria vita-.
Se quella notte si fosse verificata una scossa più forte e avesse provocato il crollo di edifici o dello stesso Ospedale, quale sarebbe stata la critica possibile, se non l’apprezzamento -così come c’è stato- per la rapidità nell’evacuazione? E se, al contrario, non fossero stati messi in sicurezza i pazienti, non si sarebbe forse gridato, poi, contro una simile decisione accusando di negligenza ed irresponsabilità il personale dell’Ospedale?
Io credo che il buon senso abbia avuto la meglio anche sulle possibili critiche che inevitabilmente arrivano, e che la scelta dell’evacuazione sia stata la migliore e la più responsabile, per quanto difficile.
Il terremoto fa paura sempre, anche in chi ha la possibilità di scappare con le proprie gambe, figuriamoci in coloro che si trovano allettati ed impossibilitati a scappare.
Appena la scossa forte mi ha svegliato -seppure a molta distanza, come precisavo prima- sono corso a casa di mia madre che è paralizzata a letto per vedere se avessero sentito la scossa, e per portarla in braccio nella mia macchina, qualora fosse stata colta dal panico. Solo chi vive questo tipo di situazioni e ci tiene alle persone può capire il perchè si fanno talune scelte. Scelte che non ti lasciano il tempo di analizzare al microscopio gli eventi, ma che ti impongono di decidere in pochi minuti con la consapevolezza che, se si fa la scelta sbagliata, le persone potrebbero morire.
Ciò che è avvenuto in Abruzzo, durante il terremoto -e poi dopo, in sede giudiziaria-, dovrebbe aver insegnato molte cose anche a livello di metro di giudizio che cambia a seconda di come gli eventi poi si sviluppano. Il motto che contraddistingue la medicina è “prevenire è meglio che curare” e a Mormanno è stato applicato con molta saggezza, proprio da “medici” e da un medico in particolare..
Da cittadino di questo mondo, sono fiero ed orgoglioso per come il personale medico e paramedico ha lavorato quella notte e nei giorni a seguire senza mai risparmiarsi. Il medico di guardia di quella notte, il Dott. Alberto Maierà, credo abbia avuto molto coraggio e senso di responsabilità decidendo di assumersi la responsabilità dell’evacuazione nel rispetto e per la tutela dell’incolumità dei pazienti.
Il resto è solo “polvere e cattiveria” che non può intaccare l’onorabilità di chi fa il proprio dovere con coscienza e professionalità.
…sulla notte del terremoto nell’Ospedale di Mormanno.
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > …sulla notte del terremoto nell’Ospedale di Mormanno.