Signor Sindaco, di qualunque città lei sia il primo cittadino, vorrei chiederle di restituire alla gente la fiducia nelle Istituzioni partendo proprio da quella che lei rappresenta. Vorrei chiederle di essere sempre presente e disponibile in mezzo alla gente, di far sentire la sua vicinanza ai meno abbienti, di non andare a cena sempre e solo con persone benestanti, con ingegneri, medici, avvocati, costruttori ed imprenditori, ma di ricordarsi anche della gente umile.
Vorrei chiederle, signor Sindaco, di non aumentare le già pesanti tasse che gravano sui suoi concittadini, ma semmai di ridurre i costi della gestione, gli sprechi, gli incarichi, i fitti, le troppe feste -soprattutto se eccessivamente costose-, aumentando, invece, l’efficienza dei servizi.
Vorrei chiederle di non far mai passare il giorno stabilito per pagare gli stipendi ai dipendenti, e di pagare massimo entro trenta giorni le imprese che hanno fornito materiali o servizi, in modo che anch’esse possano pagare con puntualità i propri dipendenti. Lo stesso sia per le Associazioni con le quali ha avuto collaborazioni culturali: ricordi sempre che con chiunque ha fatto il suo dovere, la Pubblica Amministrazione deve tenere lo stesso comportamento corretto.
Vorrei chiederle, signor Sindaco di qualunque città lei sia, di far si che la Polizia Municipale sia efficiente e giusta: dotata di buon senso, ma rigida e garante della legalità ove i cittadini commettano delle infrazioni. Che facciano le giuste multe a chi usa lasciare l’auto sui parcheggi riservati ai disabili, a chi ostruisce i passaggi, a chi compromette la fluidità del traffico e a chi mette in pericolo la vita dei pedoni e degli altri automobilisti con comportamenti spregiudicati; che siano attenti a chi commette abusivismo edilizio e a chi esercita abusivamente il commercio, tutelando, così, l’onestà e la correttezza di chi osserva le regole e le Leggi.
Vorrei chiederle, signor Sindaco di qualunque comune d’Italia lei sia, di scegliere bene i suoi Assessori, che siano persone oneste e capaci, che non abusino del loro mandato e che non la facciano mai vergognare di averli scelti. Sappia, signor Sindaco, che ai suoi cittadini interessa che le cose funzionino, non tanto che si realizzino opere che poi possano diventare cattedrali nel deserto. Non abbia nemmeno timore di fare una marcia indietro -se serve- o di demolire una nuova opera fatta male per correggerne gli errori: riconoscerli e correggerli è lodevole, non sbagliato, è una vittoria sulla presunzione, non una sconfitta sul proprio operato.
Soprattutto, signor Sindaco, faccia in modo che un suo concittadino non debba mai avere il sospetto che lei stia facendo un illecito, che stia consentendo a qualcuno di realizzare un’opera in cambio di un tornaconto personale, nè per aver accettato una proposta, nè per aver imposto un “metodo” che non si addice ad una persona onesta. Faccia in modo che mai un simile sospetto possa trovare riscontro in un’indagine della Magistratura, per lei stesso e per non far mai vergognare i suoi concittadini e la sua stessa famiglia.
Sia lei, signor Sindaco di ogni comune d’Italia, a restituire agli italiani la voglia e il piacere di credere ancora nella politica, quella vera, quella onesta. Noi italiani vogliamo ricominciare tutti insieme, proprio partendo da lei, a guardare avanti con fiducia e in un modo nuovo.
Signor Sindaco, le scrivo…
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