Signor Prefetto…


Che tristezza vedere un Prefetto (anzi, scusate… un “signor Prefetto”), un uomo che rappresenta lo Stato in una grande e difficile città quale Napoli, rivolgersi con quel tono da “essere superiore” ad un sacerdote che ha a che fare con la camorra quotidianamente! Dare in escandescenza e insistere ripetutamente nell’affermare di essersi sentito mancato di rispetto perché, in quanto “uomo dello Stato” -appellandosi alla Costituzione-, deve essere chiamato “signor Prefetto” e non solo “signore” -che poi il sacerdote neanche a lui si riferiva, ma al Prefetto di Caserta, Carmela Pagano-.
Ho guardato il filmato prima sul web e poi al Tg3, e in entrambi i casi mi sono sentito mortificato come cittadino italiano da un uomo che parlava ad un altro uomo -non voglio dire ad un sacerdote- con toni alquanto minacciosi e offensivi per il solo aver “violato” un protocollo alquanto medioevale come quello di omettere un “titolo” assegnatogli per nomina. Chissà se a questo “signor Prefetto” sia mai capitato di trovarsi dinanzi al Santo Padre e di “scordarsi” di chiamarlo “Santità”, o di chiamare “Eminenza” un Cardinale, o “Eccellenza” un Vescovo (suo pari come “titolo” poiché spesso i Prefetti vengono chiamati “Eccellenza”), o semplicemente “padre” un Sacerdote… e chissà se -nell’eventualità fosse accaduto- a pari modo sarebbe stato così mortificato pubblicamente, dinanzi a tante persone e mentre una telecamera riprendeva il fatto… chissà se altri uomini hanno le stesse pretese.
Mi pare di aver letto un Twitt di Saviano che chiedeva le immediate scuse o le dimissioni del Prefetto di Napoli per questo gesto decisamente infelice, ma sinceramente io non le vorrei le sue dimissioni, non saprei proprio cosa farmene. Da cittadino pretendo (e se fossi io lo Stato non esiterei neppure un istante e invece ancora non ci sono prese di posizione ufficiali) che questo “signor Prefetto” venga destituito dal suo incarico, altro che dimissioni! Quando un uomo dello Stato assume atteggiamenti da “essere superiore” ha evidentemente confuso il suo ruolo e le  sue prerogative, perché se l’affermazione “lei non sa chi sono io” è un reato assimilabile alla minaccia, una performance come quella a cui ci ha fatto assistere e per la quale tanti italiani, come me, si sono indignati e sentiti offesi non è tanto dissimile dall’intimidazione.
Il Ministro Cancellieri ha il dovere di spiegare ai Cittadini se lo Stato può trattare così un cittadino -che sia un sacerdote poco importa- che lotta al fianco di tanta gente onesta della sua comunità contro la camorra. E se non può, le conclusioni non sono difficili da trarre.

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