Pastificio Dallari: non spegnete i sorrisi di 52 dipendenti!

Il titolare del pastificio Dallari di Fabbrico (RE) -un’eccellenza nazionale-, benché arrivato all’accordo con una società di investitori milanesi, al momento della firma ha rinunciato all’offerta lasciando i 52 lavoratori nel più totale sconforto (la nuova Società aveva, infatti, garantito anche il pagamento degli stipendi arretrati, oltre che la ripresa della produzione).
Sembrava ormai cosa fatta per risolvere i gravi problemi aziendali motivati più che dalla crisi e dal terremoto, dalla mancata volontà delle banche di dare credito e fiducia ad un’azienda che è il fiore all’occhiello del settore.
Cinquantadue lavoratori che vivono una condizione di assoluto disagio, con diversi di loro che si ritrovano a dover fronteggiare tutto un concatenarsi di situazioni che gli ha tolto la speranza di poter guardare al futuro con un pizzico di fiducia. I mutui, cari signori banchieri, non si pagano con la sola volontà di non arrendersi. Talvolta necessitano di quel pizzico di fiducia che una banca deve saper prendere non solo dai numeri inseriti in un software e che possono non essere congrui con i parametri impostati dal sistema bancario internazionale, ma anche di quella fiducia nelle persone, nel progetto, nelle capacità produttive di un’azienda.
Tra queste persone, madre e padri di famiglia, lavora anche una mia cugina, biologa laureata in Brasile da dove proviene e non “choosy” da rifiutare un lavoro non consono alla sua Laurea: mi piacerebbe che il Ministro Fornero facesse visita allo stabilimento e che trovasse una soluzione per i lavoratori mostrando un pizzico di pentimento per le sue parole che alcune volte pronuncia senza rendersene conto, probabilmente, offendendo un’intera categoria di persone.
Ma si sa, per una realtà “piccola” che non ha le forze economiche per condurre una battaglia sui grandi network nazionali, difficilmente le “personalità” si spendono per portare solidarietà e un forte impegno per la risoluzione dei problemi.
Personalmente auguro a ciascuno dei lavoratori di saper “tenere duro”, di non mollare mai, perché la soluzione arriverà presto: il proprietario non ha interessi, immagino, a far fallire l’azienda -anche se probabilmente non vuole neppure “svendere” i sacrifici di una vita- e perciò troverà l’accordo con questa società interessata per far si che il nome della Dallari non muoia, e la società di investitori milanesi -oggi forse un po’ indispettiti dalla marcia indietro di Dallari- ha interesse a che l’accordo si faccia al più presto.
L’auspicio è che i mediatori fra le parti riescano a far ripartire la trattativa e a condurla a buon fine prima possibile, ridando vita all’Azienda e dignità a 52 persone, 52 famiglie che stanno aspettando solo di poter riprendere il loro lavoro.
Un abbraccio virtuale ai dipendenti e -perché no?- al proprietario, perché non dimentichi che il lavoro è ciò che dona “dignità” alle persone.

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