Morale e politica bisticciano.

morale e politica bisticcianoMi verrebbe da chiedere a taluni personaggi della politica se fino ad ora non si fossero accorti di alcune “storture” amministrative o se hanno preferito evitare di parlarne per serbarsi “materiale” da usare in campagna elettorale.
Mi verrebbe da chiedere cosa sarebbe cambiato se si fossero concretizzate alcune alleanze, piuttosto che altre, se lo stesso “materiale” sarebbe comunque stato utilizzato o se si sarebbe preferito tacere ancora.
Mi verrebbe da chiedere se si considera “credibile” un tale atteggiamento che cozza in modo eclatante con l’intelligenza dell’elettorato, o se si è “costretti” a considerarlo credibile non avendone altri, e perciò si accetta di mortificare ulteriormente l’elettorato stesso.
Mi verrebbe da chiedere se la convinzione di riuscire a “vendere” questo “prodotto” agli elettori sia tale da mortificare la propria immagine, o se la si mortifica a prescindere, sperando di riuscire nell’intento che -evidentemente- si valuta ben più importante dell’immagine stessa e, quindi, della propria persona.
Mi verrebbe da chiedere se la morale in politica abbia mai contato qualcosa o se, al contrario, sia la politica a condizionare la morale fino al punto di annientarla.
Mi verrebbe da chiedere come sia possibile sperare in un mondo migliore con questi “modelli” che si continuano a propinare alle nuove generazioni.
Mi verrebbe da chiedere se può valere la pena “spendersi” nel tentativo di produrre un’inversione di tendenza, sebbene nella consapevolezza che potrebbero essere ripagate più le “vecchie metodologie”, o se più opportunamente -a salvaguardia della propria tranquillità- converrebbe restarsene seduti davanti al camino e fingere di non vedere e non sentire.
Tanto mi verrebbe da chiedere, ma so bene che le risposte che otterrei non soddisferebbero la mia sete di conoscenza della verità perché è la verità stessa che sembra si sia assopita davanti al camino caldo dell’abitudine a certe poltrone.

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