Montalto Uffugo: Giusto per precisare…

Non mi sono mai candidato prima di queste ultime amministrative, nonostante mi sia stato più volte chiesto; l’ho fatto questa volta perchè a chiedermelo è stato Pietro Caracciolo e alla fine mi sono ritrovato ad essere Consigliere Comunale, sebbene non abbia mai desiderato alcuna “plancia di comando“.
Certamente non ritengo offensivo lo scrivere “mortificare l’incolpevole ignoranza” (ignorante agg. e s. m. e f. [dal lat. ignorans -antis, part. pres. di ignorare «ignorare»]. – Che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni.) quando il resto della frase rivela in modo molto chiaro il concetto espresso.
Certamente non uso entrare nella Casa Municipale in giacca e cravatta a “ripartire con spregiudicato zelo disposizioni a destra e a manca“, ma mi metto al servizio dei Cittadini che nei corridoi dell’Ente fanno la fila per avere chiarimenti, e mi curo che i Dipendenti siano messi nelle condizioni di potere svolgere il proprio lavoro. C’è da scandalizzarsi o da lamentarsi per questo? O forse si è troppo abituati a vedere la figura del Consigliere Comunale come una persona da riverire ed ossequiare e al quale “chiedere favori“? Se questo è, sono spiacente, ma non sono in grado di starmene con le mani in mano: mi piace il contatto con la gente, ascoltare e rendermi utile, anche sporcandomi le mani, ove necessario, riparando una sedia piuttosto che buttarla e comprarne una nuova, cambiando le batterie ai gruppi di continuità piuttosto che comprandoli nuovi, provando a far funzionare i fotocopiatori con i toner rigenerati che costano la metà di quelli originali, e così via. Decisamente no, non so fare il Consigliere Comunale nel modo classico in cui si è sempre stati abituati ad immaginarlo e a vederlo.
Il Sindaco sa che sono fatto così, e sa bene che può contare sulla mia lealtà e sulla mia onestà. A me basta questo. Spetta ai Cittadini stabilire se la mia disponibilità possa dare fastidio, così come tocca ai Dipendenti dell’Ente apprezzare o disprezzare (ed eventualmente contestare) il mio comportamento nei loro confronti.
Ah! Giusto per precisare: non sono mai stato, non sono e non diverrò mai un “politico” (con o senza “aggiunte” dispregiative).

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