Ma la voglia di “cambiamento”?

E mentre una gran parte degli italiani è fortemente “impegnata” a discutere di calcio, di rigori inesistenti e di “furti”, ora da parte di una squadra, ora da parte di un’altra, cominciano ad arrivare le prime notizie sulle primarie del PD che vedono Bersani in testa con Renzi che segue a circa 8 punti di distacco.
Qualcuno grida alla “vittoria” di Bersani, qualcun altro al “sorpasso” auspicato al ballottaggio da parte di Renzi, mentre Vendola, la Puppato e Tabacci probabilmente si stanno leccando le ferite. E’ chiaro che al ballottaggio la probabilità che gli elettori di Vendola si troveranno più vicini a Bersani è molto alta, perciò nasce spontanea una riflessione: ma gli italiani, vogliono davvero il “cambiamento”? Me lo chiedo perché se ci fosse stata una vera voglia di “sinistra” avrebbe trionfato Vendola, e se l’orientamento fosse stato per una sinistra moderata più tendente verso il centro, allora il “cambiamento” avrebbe suggerito Renzi, nel bene e nel male. Bersani rappresenta -a prescindere dall’opinione che se ne possa avere come persona- la “continuità” con il passato, a cominciare da egli stesso per finire ai vari D’Alema e Bindi con al seguito tutti gli altri. D’accordo, il divario non è poi tanto, ma non mi avrebbe sorpreso se fosse stato con i numeri al contrario, con Renzi (o -ripeto- Vendola) verso il trionfo (ammesso che di “trionfo” si possa ancora parlare in politica).
Per ovvie ragioni di evidente incapacità di guidare il Paese da parte di ciascun “ospite” (e spero per poco) del Parlamento, non mi sento chiamato in causa da nessuna delle due “primarie”, sia effettuata che prevista (?), ma ciò che sembra ne stia venendo fuori non mi lascia pensare a migliori scenari per le votazioni -quelle “vere”- che si dovrebbero tenere a marzo prossimo.
Non prendo in considerazione ciò che avverrà nel PDL, non per adesso almeno, perché la “marcia indietro” sul ritiro di Berlusconi porterà non pochi disagi e malumori nelle file che con fatica Angelino Alfano sta provando a rinserrare.
Spero solo che, qualunque sia l’esito di entrambe le “primarie”, a marzo gli occhi degli elettori possano “aprirsi” per osservare come ciò che è avvenuto negli ultimi trent’anni è colpa -nessuno escluso- di tutti quelli che hanno scambiato il Parlamento con casa propria e non sono mai più stati “sfrattati”. Spero che marzo 2013 sia la data giusta per ringraziarli con un dolce (per noi) e amaro (per loro) calcio nelle “terga” che li rispedisca direttamente nei loro luoghi di origine per restarci per il resto della loro vita.
L’Italia ha bisogno di un cambiamento radicale che parta da un rinnovamento totale della classe politica e dirigente per continuare con riforme vere, serie ed efficaci per rilanciare un Paese che ha tutto il diritto di dire la sua e di “contare” veramente, non di subìre ogni cosa imposta ora dall’Europa, ora dalle Multinazionali del petrolio, ora dagli Stati Uniti e così via.
Cambiare” non deve significare uno scambiarsi di posto delle stesse persone, ma un vero e proprio ricambio generazionale, sia per dare un tocco di “freschezza” alla politica, sia per non lasciar mai più “affezionare” i politici alle poltrone.

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