“L’uccellino che canta in gabbia…”

“L’uccellino che canta in gabbia, non canta per amore, ma canta per rabbia.”“L’uccellino che canta in gabbia, non canta per amore, ma canta per rabbia.”
E’ un detto vecchissimo, dato per scontato, per “grande verità”.
Ma io conosco tanti “uccellini” che vivono in gabbie autoconfezionate e che sono felici di viverci dentro.
Lo hanno fatto per scelta, per amore, per devozione… cosa importa? E’ stata una scelta, e il loro “cantare” è vero, autentico, non certamente frutto di rabbia.
E posso anche aggiungere che ne conosco altrettanti, di “uccellini”, che vivono all’aria aperta, che fischiano e cantano in continuazione, ma che non sono affatto felici o innamorati, perchè non è detto che “fuori” ci sia per forza la ragione della propria felicità, e il loro cantare lo percepisco più come canto di rabbia, sicuramente.
Il problema è che troppo spesso si considerano “gabbie” talune cose e “aria aperta” qualcosa che viene confusa con la propria libertà di fare tutto quello che si vuole.
La “gabbia” peggiore nella quale un “uccellino” può stare, è se stesso, anche quando vola in continuazione. Quella gabbia è la più stretta, la più angusta, la più dolorosa, la più pericolosa che possa esistere, per se stessi e per gli altri. E se un amore, o una casa, o un lavoro, dovesse diventare “gabbia”, non ci sono “lucchetti” che possano impedire di aprirne la porta e riprendere il volo. Il segreto per non entrare mai in una gabbia è quello di assaporare giorno per giorno la propria felicità, anche e soprattutto quando non riusciamo a “ricordare” dove l’abbiamo distrattamente riposta.
Canta, “uccellino”, canta… e che il tuo canto sia sempre un canto d’amore, ovunque tu sia, in volo nel cielo, nel nido o in una gabbia…

(giovedì 12 luglio 2012 alle ore 09.29)

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