La “verità” non sempre è “vera”.

La “verità”, questa parola dietro la quale si nascondono spesso innumerevoli bugie, per la quale tanti lottano per anni, per amore della quale si invocano persino i Santi, talvolta… Questa  parola capace di mutare il corso della storia, di formare coscienze, di generare ideologie, di uccidere, persino… Questa parola che spesso viene affidata ai libri, alla “storia”, ai giudici… Questa parola che tante volte è lei stessa a non credere in se stessa, tanto sa essere “a più facce”…
I giudici la certificano attraverso le loro sentenze non sempre obiettive, ma legali, impugnabili fino ad un certo grado di giudizio entro il quale la “vera verità” talvolta vince, altre volte viene sconfitta, ma sempre in nome di qualcosa che viene professata per tale: “verità”.  Processi che durano anni ed anni spesso conditi di clamorosi colpi di scena, spesso celebrati prima attraverso i talk show che nei tribunali e, ancor peggio, iniziati con sentenze a volte già scritte per salvaguardare “ragion di Stato” o il quieto vivere di un’opinione pubblica assetata di “quella” verità, non “della” verità.
Ma la sua buona parte la fa anche la storia, quella che sono sempre gli uomini a scrivere e a descrivere, quella che viene puntigliosamente “costruita” per propinarla -successivamente- alle generazioni future con un’angolazione molto somigliante alla verità per i minuziosi particolari che ne vengono descritti nei libri, per la “spianata” che viene data dalla politica e da un sistema giudiziario viziato e opportunista che “pretende” di indirizzare le generazioni future verso un percorso non libero, ma opportunamente preparato per loro. Sono quelle “deviazioni” che normalmente si attribuiscono alle dittature, ai regimi totalitari di destra o di sinistra, ma che sono spesso il vero “cancro” delle democrazie, persino di quelle più blasonate.
Se la storia dovrà dire che un Popolo ha meritato una guerra, un’invasione mascherata da intervento umanitario, non risulta difficile costruire prove a chi la guerra deve condurla, soprattutto se ne deve trarre giovamenti economici o strategici in particolari aree geografiche. Che poi sia un Governo con mire espansionistiche, che sia un’industria di armamenti con troppa sovrapproduzione, che sia un faccendiere che deve smaltire i veleni dei Paesi industrializzati, poco importa: la storia saprà trovare il modo per dire che era una guerra necessaria e inevitabile per poter portare la pace.
La verità molto spesso è qualcosa che tendiamo a negare e “modificare” perchè  ci viene molto più comodo che sia un’altra, una che ci faccia soffrire di meno, che ci renda più agevole il percorso. E in virtù di questo siamo quasi sempre disposti ad accettarla e sentirla come “vera” arrivando a batterci per essa come se lo fosse realmente, salvo poi trovarci un qualsiasi “storico” di turno che fa cadere tutte le certezze consolidate mostrandoci la “sua” verità, magari più convincente della nostra… e, ancora una volta, non per forza “vera”…

0
0

0 comments

  • Hello, guest