“La tutela dei lavoratori”… ???

La tutela dei lavoratori“La tutela dei lavoratori”. Bel titolo. Mi fa pensare ad un ipotetico sistema ben organizzato e strutturato, capace di intervenire in qualunque momento per “difendere” eventuali diritti calpestati o per “salvaguardare” un posto di lavoro a rischio o -nei casi più estremi e motivati- per “sopperire” con indennizzi economici o con “mobilità” presso altro datore di lavoro al fine di garantire la possibilità di “vivere” o, per dirla in modo più paesano, di “campare”.
Come? Esiste già un sistema così? I lavoratori sono già tutelati nei loro diritti? Ah, dallo Stato? Però! E’ interessante… No, perché se è così, allora posso stare tranquillo che anche io a Natale potrò comprare un pensierino per le mie figlie, magari riuscirò anche a pagare le bollette e il mutuo… Come? Non ho capito… Cosa vuol dire che io non sono classificato come “lavoratore” in quel senso? Ah, perché non sono un “dipendente”? Eh, ma io non ho avuto la possibilità di essere un “dipendente” e sono stato costretto ad inventarmi un lavoro circa 23 anni fa, e adesso sono obbligato a chiudere perché non c’è più lavoro…: non sarò disoccupato? Ah, no? Sarò “inoccupato”? E che vuol dire? Che non ho perso il lavoro?
Lasciatemi riordinare le idee. Il giorno dopo che avrò chiuso la mia attività, non sarò “disoccupato”, ma “inoccupato”, quindi come se fossi in cerca della mia prima occupazione e quindi senza godere degli stessi diritti di chi perde il posto di lavoro… Niente cassa integrazione, niente mobilità… Mentre io ho pagato per anni (ah, perché quando lavoravo ero considerato a pieno titolo Cittadino italiano, lavoratore e, soprattutto, “contribuente”!) la mia quota parte per consentire a ciascuno di poter godere dei propri diritti, senza poter poi accedere ad alcun tipo di aiuti o agevolazioni per rientrare nel mercato del lavoro? E quindi cosa resta ad un piccolo artigiano, una volta che il mercato gli impone la cessazione dell’attività? E non solo il mercato, si badi bene, perché gli studi di settore ti impongono o di adeguarti, o di chiudere l’attività, altrimenti sono multe “pepate”… Dicevo, allora cosa resta da fare? “Arrangiarsi” alla meno peggio per sopravvivere o scegliere di “lasciarsi andare”? Cominciare a “delinquere” per garantirsi (e garantire) un pasto caldo, o cedere alla disperazione che non ha mai prodotto risultati positivi?
Che me lo vengano a dire, questi signori che sono tanto preoccupati di “aggiustarsi” la Legge Elettorale per non perdere il loro posto pagato a peso d’oro, o quegli “intelligentoni” che vanno a fare i presidenti di questo o quell’Ente per un anno e poi -nonostante non abbiano prodotto risultati, se non addirittura peggiorato la situazione- se ne vanno a casa (per dire, perché “migrano” a presiedere altri Enti) con delle spropositate somme come “liquidazione”! Che lo vengano a spiegare a me e a tutti quegli imprenditori che entro la fine di questo anno saranno costretti a chiudere i battenti!
E per favore… non ditemi più che siamo tutti uguali (quell’articolo della Costituzione va cambiato prima possibile perché è violato ogni giorno!), perché  non è affatto vero. Neppure nelle disgrazie e nelle difficoltà siamo tutti uguali! Scusate lo sfogo!

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2 comments

  • Hello, guest
  • Ciao Giancarlo, hai ragione da vendere. Ci sono lavoratori di serie A, quelli di serie B etc. etc. fino alla fine dell’alfabeto… Non vedo un futuro chiaro per l’italia, oggi chiudi tu la tua attività, domani la chiuderà qualcun’altro e se non ricordo male chiude un’impresa ogni 8 minuti… di questo passo anche essere dipendenti servirà a poco poichè se non c’è nessuno che lavora e paga le tasse non ci saranno soldi per pagare gli stipendi. Il mio consiglio è di stare vigili e di darsi molto da fare poichè le certezze sono finite. Bisogna essere pronti a riciclarsi e mai smettere di imparare nuovi mestieri o acquisire nuove capacità studiando e/o facendo apprendistato. Certo per noi vecchietti è un po’ complicato ma abbiamo la scorza dura ed in qualche modo tireremo avanti :)
    Io se tutto va a rotoli andrò immediatamente all’estero in un paese che mi dia la possibilità di fare tutto quello che so fare e che non mi limiti come succede qua in italia nelle mie azioni, possibilità e capacità. Ci sono paesi della UE dove puoi aprire un’attività compilando un modulo online… e dal giorno dopo sei attivo. Fino a 70.000 euro di guadagni se la memoria non mi tradisce paghi il 20% di tasse e non devi neanche aprire la partita iva. Non è necessario un commercialista a fine anno. Se ne hai voglia ed hai le capacità puoi fare 10 lavori in contemporanea. Quando ci arriveremo da noi? MAI

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      Tu hai la fortuna di avere una laurea e di conoscere bene l’inglese… Te lo immagini il sottoscritto all’estero? Non mi ci far pensare, anche se qui l’unica prospettiva è la fame o i gesti estremi…