Quando si parla di Scuola, si disserta su uno dei principali motori propulsivi della Società, tanto importante quanto bistrattato dai Governi, sempre alle prese con i conti che “non tornano”.
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Se è vero -come è vero- che dalla Scuola esce il futuro di una Nazione, a questa classe Politica il futuro del nostro Paese interessa veramente poco. Si preferisce non rinunciare a nulla incuranti della gestione spesso vergognosa di quantità inverosimili di denaro -auto concesso aggirando ogni volta la volontà popolare di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti-. Invece si dovrebbe investire per migliorare le infrastrutture scolastiche, le dotazioni di materiale didattico, l’aumento di Personale Docente e non Docente e dei loro stipendi che risultano tra i più bassi d’Europa. Si preferisce finanziare progetti assurdi solo per compiacere lobbyes, gruppi di potere e personaggi spesso discutibili che ricambiano il favore con flussi di voti non sempre ottenuti per libera scelta. Non si investe, invece, nella ricerca scientifica, nella Cultura vera (ben lungi da tante Fondazioni o Associazioni destinatarie di lauti contributi e finanziamenti pubblici), e nella Scuola che, in molti casi, non riesce neppure a fornire agli alunni la carta igienica per dei bagni fatiscenti e indegni di essere definiti tali.
Se davvero si vuole investire per creare un futuro migliore da offrire ai propri figli, la prima cosa da fare non è quella di “aggirare” tutte le regole e “sistemarli” in punti chiave della nostra economia remunerati con lauti stipendi (sebbene potrebbe essere il sogno di ogni padre), ma creare per loro -e intendo per i figli di tutti- le condizioni perché entrino nella Società a conquistarsi un posto da protagonisti per renderla sempre migliore. Si dia alla Scuola il ruolo che merita e che le compete.
Pubblicato sul numero 41 della Rivista Bimestrale Klichè – Febbraio 2014