La libertà di stampa è solo per gli uomini liberi.

La libertà di stampa

Nessuna catena potrà mai imprigionare una mente libera. Nessuna prigione potrà mai togliere la libertà di chi non si piega all’altrui pensiero, ma tutt’al più lo condivide. Nessun tipo di segregazione potrà mai impedire alla fantasia e alla propria mente di volare nel cielo in assoluta libertà.
Questa è la frase con la quale ho inteso identificare il mio sito e in particolare -ovviamente- il mio Blog. Non sono parole che ho scritto a caso, giusto per dare un “tono” al Blog, bensì sono la sintesi di quello che è stato lo spirito con il quale ho sempre tenuto la penna in mano. Probabilmente avrei potuto trarre profitto dall’inchiostro che ho consumato nei trenta e più anni su diverse testate, ma la soddisfazione di non dovere mai chinare il capo davanti a qualsivoglia tipo di pressioni, la certezza di non vedere gli articoli tagliati o addirittura modificati, la libertà di potere scegliere l’argomento, di trattarlo secondo una visione personale senza distorcere la realtà dei fatti, vale più di qualsiasi cifra che avrei potuto guadagnare.

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Quella libertà che insegue chi si dedica all’informazione in difesa della verità e dell’imparzialità, è dettata da qualcosa che nasce da dentro, che non si lascia “corrompere” da niente e da nessuno, che non cede a pressioni o a minacce, che non ha nulla a che fare con la ricchezza o con la sete di potere. E non importa se si scriva di fatti di cronaca o se si faccia opinione: chi scrive con quello spirito non si lascia condizionare mai.
Quando interviene l’Editore sul giornalista o persino sul Direttore della testata chiedendo di evitare un articolo perché “scomodo” per qualcuno, quella libertà viene violata e la credibilità stessa della testata giornalistica viene minata qualora quella limitazione venga posta in essere.
Il fatto specifico accaduto a “L’Ora della Calabria”, se troverà riscontri oggettivi, è gravissimo e ingiustificabile, partendo dalle pressioni editoriali per finire alla mancata uscita del giornale stesso motivata da un guasto tecnico alle rotative che -se così è stato- non doveva capitare. Non in questa occasione. Sfortuna? Coincidenza? Casualità? O “extrema ratio” per ottenere ciò che le parole non sono riuscite ad imporre? Tutto può essere accaduto quella notte per rendere vano il lavoro di tante persone che volevano solo informare i lettori di ciò che stava succedendo nella nostra regione, facendo il proprio dovere e descrivendo i fatti.
Ma le notizie -e soprattutto “la” notizia- sono arrivate lo stesso ai lettori, sia attraverso le altre testate, sia attraverso il web; e paradossalmente, quella che si voleva restasse nei cassetti delle scrivanie dei cronisti, è stata amplificata proprio dal tentativo di soffocarla, qualora il clamore della notizia in sé non fosse stato sufficiente a prendersi quasi tutto il palcoscenico dell’informazione del giorno.
Basterà uno spento Sanremo e un (ulteriore) nascente Governo imposto dall’alto a spegnere i riflettori che si sono accesi sul solito “malcostume” italiano, questa volta residente in Calabria? E soprattutto: la libertà di stampa, in Italia, è veramente un diritto salvaguardato e tutelato, o è un’illusione originatasi dietro le sbarre della finzione e del servilismo?

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