Trucchi, sotterfugi, compromessi tanto simili -se non proprio tali- ad atti illeciti: tutto, pur di non rinunciare al potere e, semmai, di consolidarlo sempre più.
Non esiste luogo, non esiste ambiente dove questo “cancro” non sia diffuso e resistente a qualsiasi chemioterapia gli si voglia contrapporre. E’ mortale, proprio come il “cancro”, poiché uccide l’uomo nella sua essenza, nella sua moralità, ed è molto più pericoloso perché ha la capacità di riprodursi e di contagiare.
Non v’è ambiente, dicevo, dove questo “cancro” non rappresenti il pericolo maggiore per la serenità e per l’integrità degli uomini che ci vivono e che lo governano, che si tratti di Aziende pubbliche o private, di Scuola, di Giustizia, di Forze dell’Ordine, di Esercito, di Istituzioni Civili o Religiose, di Politica.
Ogni giorno la cronaca ci racconta di quanto si sia capaci di vendere e svendere se stessi, pur di ottenere benefici, e lo si fa asservendosi a gente priva di qualsiasi scrupolo che “compra”, si compromette fino all’illecito pur di conservare uno “scettro” che evidentemente rappresenta la loro unica ragione di vita.
Ogni volta che si china il capo ad una prepotenza, ogni volta che un diritto viene richiesto come un favore, ogni volta che si accetta un favoritismo, ci si rende complici -e perciò anche colpevoli- del consolidamento di questo “cancro” e di coloro che ne sono afflitti.
La politica, poi, è quella che di più è soggetta a questo tipo di male, poiché chi la pratica ha la possibilità di tenere in mano quello “scettro” per suo esplicito dovere, salvo poi contrarre la “patologia” e manifestarla attraverso metodi decisamente discutibili. E non c’è un livello che sia più o meno colpevole dell’altro, più o meno corrotto dell’altro. Quando ci si lascia colpire da quel “cancro”, che si sia Ministri, Parlamentari, Sindaci o Consiglieri Comunali non ha importanza, il risultato è uguale: si è scelto di varcare il confine tra il giusto e l’ingiusto, il lecito e l’illecito.
La cronaca di oggi ci consegna 38 arresti, tra cui un Sindaco e cinque Assessori (praticamente un’intera Giunta Comunale) accusati di fatti talmente gravi che si stenta a credere che possa trattarsi di gente scelta e votata dai Cittadini, ma che, qualora le accuse fossero provate, rappresenterebbero in modo eclatante come questo “cancro” sia sempre vivo e presente nelle Istituzioni.
Una sola sarebbe la strada da percorrere se si volesse provare ad arginare questo triste fenomeno, ed è quella della limitazione categorica -e senza alcuna deroga- della partecipazione attiva alla vita politica. Ma dovrebbe essere una limitazione reale, senza se e senza ma, che non lasci alcun dubbio sull’uscita di scena definitiva di un individuo che abbia già svolto, ad esempio, due mandati. Ovvio che per “definitivo” si intende anche (ma forse soprattutto) la certezza che venga impedita qualsiasi forma di “controllo” su chi possa rappresentare un prosieguo “naturale” di un potere consolidato: andrebbero impediti, per intenderci, i cosiddetti “prestanome”. Ma potrebbe un sistema marcio e corrotto prendere provvedimenti contro se stesso?
Mi fanno ridere certe dichiarazioni pseudo politiche quando appaiono più strategie che prese di coscienza. In nome del potere si è disposti a vendere persino la propria madre: è solo questa la triste verità.
In nome del potere!
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > In nome del potere!