Quello che tutti indichiamo come “il sistema” ha generato una “deviazione mentale” che un po’ fa intenerire, un po’ fa inorridire. Persino le persone oneste sono costrette a cedere a questa deviazione (e questo mi intenerisce) perché sempre più spesso si assiste alla necessità di “cedere” a ricatti elettorali o amministrativi per ottenere persino attenzioni di prima necessità, dal piccolo lavoretto dal quale tirar su pochi euro, allo “sconto” o all’esonero per un tributo o anche al contributo per pagare una bolletta.
Quando si è arrivati a valicare quel sottile limite che divide il legittimo diritto alla sopravvivenza -personale e della propria famiglia- dalla vita normale, la “persona” deve solo sperare di saper affrontare a testa alta -seppure con il capo chinato- la mortificazione del dover chiedere delle forme di elemosina, pur sapendo di essere sempre stata dedita al lavoro con onestà e precisione; deve sperare di non cedere alla tentazione -sempre in agguato- di scegliere strade disoneste e di non farsi vincere dalla disperazione che con il suo invisibile insinuarsi nella mente, rappresenta -oltre che un pericolo- la sconfitta peggiore.
Le persone più avvezze all’adeguarsi alle situazioni, ai tempi, alle consuetudini -invece- non arrossiscono dinanzi alle “lusinghe” della politica corrotta e corruttrice, del malaffare o della disonestà in generale (e questo mi inorridisce) perché, pur mantenendo la “facciata” di persone oneste, vendono e svendono la loro moralità al miglior offerente, di qualunque “razza” sia.
Mentre la prima categoria trova giustificazione nella necessità irrinunciabile per vivere, la seconda lega il suo “prezzo” più che altro al non voler rinunciare al superfluo, a ciò di cui potrebbe fare tranquillamente a meno pur continuando a vivere dignitosamente. Si, entrambe “cedono” al sistema, ma quella sottile differenza tracciata dal “bisogno reale”, crea un abisso fra le due tipologie di persone; una differenza che talvolta appare difficile da “vedere” perché la dignità dell’una è talmente grande da non lasciare trasparire le reali difficoltà che vive, mentre la “smania” dell’altra di ottenere ciò che desidera (ma di cui non ha bisogno) la porta a far sembrare “bisogno” ciò che bisogno non è. Questo modo diverso di vivere le due situazioni, spesso porta a confondere la prima con la seconda e viceversa, a non riconoscere chi veramente vive una situazione di disagio e sofferenza.
Comunque lo si guardi, “il sistema” ha generato una anomalia nell’uomo, sia in quello che domina, e sia in quello che subisce: l’unica soluzione per provare a bloccare queste degenerazioni è quella di fermare il sistema, di non alimentarlo più, di non cedere più ai suoi ricatti. Saprà, l’uomo, “vincersi” per vincere?
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il sistema è un ingranaggio che sta stritolando il popolo italiano. il sistema è vero, fa compiere delle scelte, che poi scelte non sono, di abbassarsi per necessità al politico di turn , di farle oppure per manie di grandezza, in questo momento il sistema ha messo in ginocchio l’italia ha fatto fallire società, ha fatto vittime, ha dato la possibilità a imprenditori senza scrupoli di approfittare del momento per ridurre al precariato i propri dipendenti, con un salario da fame. IL sistema è marcio! Il sistema, forse sarò melodrammatico, sta dando, in posti come il sud Italia, manodopera alla criminalità organizzata. Mi spiego: la gente onesta, che ha sempre preferito spaccarsi la schiena al lavoro piuttosto che deviare dalla legalità, cosa farà quando qualche sciacallo li avvicinerà dopo qualche settimana in cui si torna a casa e si trova i figli che piangono per freddo o fame? lo stato deve occuparsi del popolo, non permettiamo che le mafie lo sostituiscano!