Sarà vero, sarà falso, chissà… certo è che da un po’ di tempo non si parla d’altro -e per fortuna solo scherzandoci su- di questo fatidico giorno in cui il mondo finirà.
Ma se fosse vero, se realmente fossero riusciti a fare una previsione così fantascientifica e la terra scoppiasse, o venisse inondata completamente, o distrutta da un terremoto fortissimo su tutto il globo, siamo pronti a a fare “i conti” con la nostra coscienza? Siamo pronti a chiudere gli occhi per sempre senza alcun rimorso, senza alcun rimpianto?
Quante volte, nel corso degli anni passati, abbiamo provocato una “fine del mondo” o l’abbiamo subìta, quante volte abbiamo distrutto un sogno, se non addirittura la vita di altre persone, o quante volte hanno distrutto i nostri, di sogni…
Guerre, violenze familiari, violenza negli stadi, stragi nei luoghi più impensati e spesso più sacri, vittime di ogni razza e di ogni età… E non v’è giorno che i media non diano notizie di questo tipo, più o meno cruente, ma immancabili, quasi come se fossero obbligatorie.
L’uomo ha decretato la sua “fine del mondo” tante volte e altrettante volte l’ha imposta a persone ignare o inermi; rare volte affrontandole in un giusto “duello” poiché ama le vittorie facili perciò rifugge le regole e colpisce senza pietà e senza preavviso. L’uomo ha spesso ceduto alle lusinghe del potere incurante di cosa stesse calpestando sotto i piedi nel suo incedere verso quel “trono” e quello “scettro” che erano i suoi “oggetti del desiderio”.
Ma per fortuna l’uomo non è solo questo, per fortuna in molti casi ha saputo scegliere di non respirare l’ossigeno di altri uomini, di non mangiare il cibo di altri uomini, di non vivere la casa di altri uomini e forse questi ultimi, il 21 dicembre, saranno i soli a non ritrovarsi a fare i conti con rimpianti o con pentimenti e guarderanno il cielo con serenità e con la stessa semplicità con cui lo hanno guardato il giorno prima e quello prima ancora.
Ancora manca qualche giorno alla data “fatidica” e saranno pubblicate chissà quante vignette ancora, oltre quelle che già hanno invaso la rete; se ne parlerà, forse, oppure ci alzeremo tutti al mattino distratti dalla corsa ai regali di Natale (per chi se li potrà permettere) o da cosa si dovrà preparare per il cenone del 24, ma una cosa è certa: anche piccola piccola, magari percettibile appena, in ognuno di noi i Maya hanno “acceso” una miccia che, in un modo o in un altro, porterà a far “esplodere” quantomeno una riflessione sulla nostra vita.
E tutto sommato, grazie, Maya!
Il 21 dicembre 2012 e la profezia dei Maya
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > Il 21 dicembre 2012 e la profezia dei Maya