Cosa importa se tu sei un mio fratello, una mia sorella, un amico, un marito, una moglie, un amante… ma dov’eri? Dov’eri quando versavo lacrime nel silenzio della notte e anelavo la tua voce o una tua carezza che potesse darmi conforto?
Dov’eri quando invocavo aiuto ostentando sicurezza per non farti sentire il peso dei miei problemi? Forse hai mai provato ad essere là dove io ero quando tu avevi bisogno di me? Quando ascoltavo il tuo pianto o le tue grida di gioia? O quando ogni tuo problema era come se fosse prima mio e poi tuo?
Eri li, dietro la porta chiusa fingendo di non sentire le mie grida e aspettando che si zittissero da sole… o ancor più lontano, là dove le mie grida non potessero giungerti per non scalfire la tua coscienza. Eri nello stesso posto dove hai continuato a nasconderti, dietro mille giustificazioni, mille scuse, per non dover ammettere che dare è difficile, è costoso.
Non proverai mai la gioia che ho provato io nel darti tutto: gioia che, ti posso assicurare, vale molto più di quanto tu ricevevi. Mi rendo conto, pur nella sofferenza, che anche nell’assoluta povertà, è sempre chi soffre che ha il dono di “dare” seppur ricevendone in cambio solo la mortificazione dell’ingratitudine.
Cosa importa se tu sei un mio fratello, una mia sorella, un amico, un marito, una moglie, un amante… ma dov’eri? Non importa dove tu sia o chi tu sia… ciò che mi importava era sapere che “c’eri…” e invece… mi chiedo ancora “dov’eri…!”
(Dedicato a tutti coloro che “scompaiono” nel bisogno)
(lunedì 3 settembre 2012 alle ore 12.13)