Chissà perché i bambini amano giocare alla guerra… L’ho fatto anche io da piccolo, ma forse solo perché a quei tempi si giocava ai “Cowboy”, agli “indiani”, non certo alla guerra con mitra o bazooka! Le nostre “armi” erano l’arco e le frecce costruite con rametti d’ulivo a cui legavamo uno spago, e con i ferri degli ombrelli distrutti dal vento, mentre fucili e pistole venivano ricavati con altrettanti pezzi di legno dalla forma somigliante ad un Winchester o ad una Colt. La cosa che più rassomigliava al rumore di uno sparo -quando non era la bocca ad imitarlo- era un piccolo sassolino lanciato con la fionda in modo violento contro un muro di pietra: colpendolo di lato, non frontale, ne veniva fuori il rumore che lo sparo di un Winchester faceva nei film di John Whayne e questo rendeva l’atmosfera incredibilmente affascinante.
Era comunque un “giocare alla guerra”, anche se lo facevamo nella consapevolezza assoluta che nessuno si faceva male, che era solo un gioco.
In molti Paesi, purtroppo, questo “gioco” viene fatto con armi vere e non proprio “innocue” come potevano essere le nostre: mitra, kalashnikov e tante altri armi da guerra consegnate nelle mani di bambini la cui unica “colpa” è stata quella di nascere in una nazione in cui il diritto alla vita, oltre che quello della libertà di poter scegliere, viene calpestato quotidianamente dagli adulti; adulti che, a loro volta, continuano a “giocare” alla guerra aizzati dalle potenti lobbyes dei costruttori d’armi che fomentano dal più piccolo al più grande focolaio in ogni angolo del mondo solo per trarre profitti.
Non è bastata la Seconda Guerra Mondiale a far comprendere alle Nazioni, ai Capi di Stato del mondo intero, che la devastazione che può provocare una bomba nucleare -soprattutto oggi con le moderne tecnologie- è talmente grande che potrebbe distruggere non solo intere popolazioni, ma persino l’ecosistema, e con esso, l’intero genere umano. La natura non resta inerme a “sopportare” l’arroganza e la violenza dell’uomo verso il suo senso di ospitalità, e se “domani” ci sarà un incremento delle attività sismiche della terra, delle mutazioni climatiche e dell’esaurimento delle risorse naturali quali cibo e acqua, oltre che di petrolio e gas naturali, non si può non essere consapevoli della responsabilità grave della mano dell’uomo.
Il gioco della guerra non risparmia esperimenti di ogni genere per la creazione di armamenti sempre più potenti, tanto che persino il sottosuolo viene costantemente violentato dall’incoscienza di capi di Stato che investono ingentissime risorse in questo settore (e sempre a danno dei servizi dovuti al Popolo) con esperimenti nucleari che non possono non avere responsabilità su ciò che accade tradotto in eventi sismici non immaginabili, oltre che imprevedibili di per sé. Questo, unito alla continua estrazione di petrolio e gas, e all’inquinamento atmosferico, sta generando uno sfasamento dell’evoluzione naturale della vita del nostro Pianeta al punto tale che non ci saranno rimedi che tengano da un certo punto in poi (ammesso che quel punto non lo abbiamo già superato).
Ciò che in me genera meraviglia -nel senso negativo del termine-, non è tanto la tipologia di armi che vengono costruite o il loro “effetto” devastante, quanto la stupidità mentale di chi le costruisce, di chi le compra e di chi le adopera nella consapevolezza che ogni “conquista” a cui potrebbe portare è comunque un preludio alla distruzione totale, persino di se stessi. Si può essere più sciocchi di così?
Quanto erano belli i nostri Winchester di legno… ma come avrei voluto saper rinunciare anche al solo guardare un film western persino allora, così come oggi mi rifiuto di giocare a qualsiasi videogioco che inneggia alla guerra o alla violenza!
“Fermo o sei morto!”
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