Trenta euro al giorno, escludendo i sabati e le domeniche, fanno circa seicento euro al mese (7.200,00 euro all’anno, spicciolo più, spicciolo meno): questa è la cifra che un disoccupato potrebbe riuscire a racimolare adattandosi di volta in volta a fare ogni tipo di lavoretto. E sono soldi in nero, ovviamente. Lo sono perché quei “signori” che ci governano non riescono a rendersi conto (o non vogliono) che il limite di 5.000,00 euro per le prestazioni occasionali è letteralmente ridicolo, se si considera che dovendo aprire una Partita IVA, gli stessi soldi non basterebbero per pagare i dovuti oneri.
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Lo so, scrivo di questo -e sempre ribadendo lo stesso concetto- da tanto tempo, ma non mi stancherò mai di ripeterlo, finché qualcuno di loro che possa essere sceso almeno una volta dal podio in mezzo alla gente, possa comprendere che quel limite DEVE essere innalzato almeno a 30.000,00 euro con un minimo di ulteriori 4.000,00 euro a figlio o componente del nucleo familiare. Lo dico non da economista -che non sono perché non ne ho il titolo-, ma da Cittadino Italiano che ogni giorno si alza e deve obbligatoriamente affrontare le spese quotidiane minime per sopravvivere. E come me, lo gridano tanti milioni di Italiani che non hanno lavoro e che stentano a trovare un modo onesto per vivere. A questo modo “onesto“, io vorrei che lo Stato ci concedesse di aggiungere la parola “legale“, perché a nessuno piace sentirsi “illegali” solo per sopravvivere, mentre, per Costituzione, lo Stato dovrebbe garantire a tutti una vita dignitosa. Ci sono giorni in cui si arriva a sentirsi clandestini nella propria Terra, e questo non va affatto bene, ecco perché è indispensabile che si corra ai ripari permettendo a chi non ha un posto fisso, di poter pagare quel 20% di ritenuta per essere in regola senza vincolarlo ad una cifra che loro guadagnano in una settimana, e molto spesso senza mai recarsi una volta in Parlamento durante tutto l’anno.
Non mi sento rappresentato da nessuno di loro, dal semplice Parlamentare allo stesso Presidente della Repubblica, ma a ciascuno di loro è rivolta questa Riflessione Spettinata, sperando che per una volta almeno, in tutta la vita, possano indossare la mortificazione che noi vestiamo ogni giorno e -immedesimandosi- comprendere le ragioni di queste parole.
Non è un “evasore” chi non ha altri mezzi per vivere, e solo un intervento legislativo in questo senso può non farlo considerare tale.
Restituiteci la dignità di Cittadini che ci avete tolto!