Apparentemente tutto normale, nessun “segnale” di pericolo nei comportamenti, nei dialoghi, ma il concatenarsi di una serie di problemi -soprattutto economici- va a minare la “stabilità” di tanti imprenditori che si ritrovano tra due fuochi -Banche ed Equitalia- senza poter contare su commesse pressoché inesistenti e su pagamenti che tardano ad arrivare (o che non arriveranno mai più).
E’ il dramma che vivono oggi tantissimi piccoli imprenditori -ma ormai anche quelli meno piccoli- che hanno sempre lavorato onestamente e che toccano con mano la propria sconfitta giorno dopo giorno, cominciando dal non poter pagare puntualmente i propri dipendenti, e fino a giungere al non poter garantire l’indispensabile alla propria famiglia. La morsa nella quale ci si ritrova, quasi inconsapevolmente, è generata da un sistema sempre più marcio, da una crisi dilagante che ha fatto “stringere i cordoni” alle banche già di per sé avide, e da uno Stato sempre più assente e sempre più “assetato” di denaro, quasi ignaro di ciò che sta accadendo nella vita reale. La storia, a quanto pare, non ha insegnato nulla.
Winston Churchill affermava che uno Stato che immagina e pretende di risolvere i propri problemi finanziari aumentando le tasse è come un individuo che entra con i piedi in un secchio e poi pretende di sollevarlo afferrandolo dal manico. Mai metafora è stata più azzeccata di questa e mai nessuno è riuscito a smentirla.
Quando ci si ritrova nel mezzo di una “tempesta economica” come quella che stiamo vivendo, le prime misure che vanno intraprese devono essere coraggiose e rivoluzionarie, devono saper navigare contro corrente nonostante i possibili richiami di chi pretende di fare da “cane da guardia”. Occorre un’immediata e seria spending review che non disdegni di colpire innanzitutto la stessa classe politica e dirigente, arrivando persino a congelare o eliminare tanti inutili carrozzoni che in tempi di “vacche grasse” nemmeno si notano. Contemporaneamente, occorre un significativo abbassamento della tassazione, una drastica riduzione dell’Iva ed il coraggio di avviare Opere Pubbliche che possano produrre posti di lavoro. A questo deve seguire una lotta serrata alla corruzione e al malaffare tenendo un occhio attento anche all’evasione fiscale, ma sapendo differenziare quella motivata dall’esigenza di sopravvivere con quella che mira solo all’illecito arricchimento personale.
Se il Governo Tecnico che ci è stato imposto dal Presidente della Repubblica a fine 2011 avesse operato in questo senso -a parte il “mal di pancia” della classe politica e dirigente- oggi avremmo probabilmente avuto una crescita sostanziale, anziché la fase recessiva che stiamo vivendo, e saremmo stati d’esempio anche per altri Paesi nelle nostre stesse condizioni. Invece siamo qui a piangere ogni giorno nuovi morti, nuovi suicidi che portano il marchio infamante di “omicidi di Stato”. La “sveglia” che il Popolo non riesce a far suonare con le sue grida e con le sue proteste, strilla ogni giorno in modo sempre più assordante su tutto il territorio nazionale attraverso un “respiro” che non c’è più e le lacrime che lo accompagnano per il suo ultimo viaggio.
Calma piatta all’orizzonte.
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > Calma piatta all’orizzonte.