Ho assistito, questa sera, alla presentazione del libro “Avvelenati”, organizzata dall’Associazione Culturale per il Sostegno Sociale e Ambientale (ACSSA – rappresentata da Emanuele Lupo) di Montalto Uffugo (Cs).
Un libro a firma di due autori, Giuseppe Baldessarro e Manuela Iatì, un libro che leggerò appena possibile per sentirmi ulteriormente “schifato” di questo sistema pseudo democratico nel quale viviamo, di tutti i personaggi a vario titolo implicati e della schiavitù dal dio denaro e dal dio potere che alcuni uomini vivono in modo così profondo da non conoscere vergogna per quello che sono disposti a fare pur di servirli.
La curiosità che mi ha spinto ad essere presente, a dire il vero, oltre che l’impegno dato per il supporto tecnico, è stata quella di conoscere di Manuela Iatì, con la quale qualche volta mi ritrovo a dialogare qui su Fb.
Mi sono ritrovato, invece, nel bel mezzo di un Convegno (oltre che della presentazione di un libro) sull’inquinamento ambientale a tutto tondo, sui rischi per la salute, sugli intrecci politico-mafiosi che vi ruotano intorno, sulle responsabilità di tutti, cittadini ed Istituzioni, verso questo disastroso fenomeno.
Mi sono sentito onorato di essere presente e ho scoperto che, forse, non tutte le speranze sono perdute perché c’è ancora chi crede che un’inversione di rotta sia possibile, seppure con pareri divergenti sulla pena da infliggere ai responsabili di tali scempi e a cui, il sottoscritto, non concederebbe tanto volentieri il prosieguo della loro permanenza su una terra che hanno saputo solo devastare e disonorare…
Mentre osservavo e ascoltavo affascinato, non riuscivo a non pensare ad uno dei film che adoro particolarmente, “Erin Brockovich” con Julia Roberts: la grinta che leggevo nel tono di voce e nelle parole di Manuela Iatì (giornalista di Sky Tg24) e in quelle del Prof. Ferdinando Laghi (Vicepresidente ISDE Medici per l’Ambiente), gli argomenti delicati e scottanti e la mia rabbia che cresceva ad ogni fatto nuovo che scoprivo mentre ascoltavo, mi riportava alla mente quel film che avrò visto centinaia di volte e che, se non fossi stanco, rivedrei anche adesso.
Non ricordo il nome del faccendiere che è stato prima ricordato da Emanuele Lupo e poi ben raccontato da Manuela Iatì, ma ancora adesso sto provando rabbia per come lo Stato, la Giustizia, la Magistratura, riescono a trovare la povera gente che non ha pagato una minuzia di imposta, per dimenticanza o per impossibilità, e poi non riesce, neppure con l’ausilio dei Servizi Segreti, a trovare un simile criminale anche solo per interrogarlo!
Come si può, poi, credere nello Stato se è lo Stato stesso che si rende “non credibile”?
Siamo veramente caduti in basso, e molto oltre dove io immaginavo…
Altro problema di cui si è discusso, è stato quello dell’elettrodotto che attraversa il nostro territorio, e anche lì ho scoperto cose che non conoscevo, dall’iter che ci ha portato ai giorni nostri, alle perizie in possesso dei cittadini e ai tanti casi di neoplasie conclamate che già si sono affacciate sulla popolazione montaltese.
Insomma, per farla breve, ancora una volta mi sono vergognato di cosa riescano a fare gli uomini in nome di quegli dei citati prima: “dio denaro e dio potere”.
Ah, piccola nota polemica… Ho capito anche perché non sia possibile che il Popolo si rivolti contro le Istituzioni per protestare e provare a cambiare le cose: il Popolo non resiste oltre un’ora ad ascoltare argomenti “seri” se a parlarne non c’è qualcuno che in qualche modo lo faccia ridere… e ho capito perché Beppe Grillo riceve così tanti consensi…
(mercoledì 18 luglio 2012 alle ore 00.12)