Avevo “svenduto” la mia onestà…

Da “morto di fame” e “fallito professionista”, mi sono ritrovato, per una serie di circostanze volute e ricercate, a diventare Sindaco di una cittadina di cui non so nemmeno dire il nome, ma che -stranamente- conoscevo alla perfezione nella sua morfologia territoriale, nei suoi risvolti sociali e politici e nella sua vasta popolazione.

Contrariamente al mio modo di essere, alla mia storia personale, alla moralità impeccabile che mi hanno impartito i miei genitori e su cui io stesso ho tanto lavorato per conservarla e migliorarla, mi sono circondato di “figure” piuttosto “discutibili” sotto questo aspetto, se non addirittura “losche”. Ma era necessario per poter “correre” e vincere la competizione elettorale: volevo diventare Sindaco ad ogni costo! D’altra parte, non vedevo altre vie d’uscita, se volevo continuare a tenere testa alla situazione e superare quella fase che mi stava distruggendo.
Sempre contravvenendo a quanto con fatica avevo costruito attorno al mio nome, ho cominciato a fare accordi e patti persino con “il diavolo”, come si suol dire, ma alla fine i frutti sono arrivati. E che frutti!
Al di là della gestione quotidiana che pure sono stato costretto a fare per poter consolidare il mio potere e la mia credibilità con le persone oneste e normali, grazie a tutta una serie di operazioni di concessioni e varianti verso quelli che in me vedevano il loro referente per ottenere favori e possibilità di guadagni a dismisura, già in poco tempo, la mia situazione è diventata florida e tranquilla, e così ho potuto persino cominciare a “far valere” la mia posizione dominante, il mio essere “deus ex machina” di ogni cosa. Perciò, avvalendomi anche di preziose “coperture” che mi consentivano di fare ciò che volevo senza alcun tipo di controllo, ho iniziato a diventare sempre più ingordo, sempre più affamato di potere e assetato di ricchezza, cominciando a non chiedere più un “contributo” per le spese, ma imponendo un vero e proprio tariffario che, di volta in volta, ritoccavo a seconda del “personaggio” e della situazione che mi si prospettava.
Ho accumulato denaro a dismisura, beni e favori per me, per la mia famiglia e persino per i miei più fidati collaboratori… Ma la notte, quando mi ritrovavo solo con me stesso, i rimorsi mi consumavano, mi laceravano e piangevo, arrivando persino a chiedermi il perché non saltasse fuori un magistrato “incontrollato ed incontrollabile” che potesse porre fine a tutto questo. I Cittadini che prima avevano di me una grande stima e mi venivano incontro per salutarmi, adesso chinavano il capo davanti a me per paura, ma non più per rispetto. Mi salutavano solo quando non riuscivano ad evitare di incrociare il mio sguardo. Anche con loro avevo fallito su tutta la linea, senza pietà e senza ritegno alcuno.
Due cose sono accadute, per fortuna, che mi hanno salvato da questa angoscia che mi avrebbe ucciso: la prima fu l’arrivo di un giovane ed idealista magistrato che seppe indagare senza troppo rumore e che una notte fece venire a bussare alla mia porta la Guardia di Finanza che mi mise agli arresti senza tanti complimenti; la seconda, che fu la più importante e la più risolutiva per la mia tensione e la mia angoscia, e che salvò la mia dignità di uomo, la mia integrità morale e la mia coscienza, fu un temporale improvviso con un tuono talmente forte che fece tremare i vetri della finestra e che… mi svegliò da quel terribile incubo, immerso in un mare di sudore.
Cronaca di una notte agitata dopo troppi TG e una cena eccessivamente pesante!

(dalle prime stesure di “Cronache d’altri tempi: il presente immaginario nella realtà del passato” di Giancarlo Aspromonte)

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