Nascosta dietro l’ipocrisia di chi non sa cosa dire o cosa fare, e in quelle espressioni che giudicano obsoleta l’impalcatura costituzionale che detta le linee guida del nostro Paese, appare palese il tentativo di continuare a manipolare ogni cosa per i propri tornaconti. Le parole del Capo dello Stato -non da meno rispetto a quelle più esplicite e interessate di taluni parlamentari, o più pacate, ma sempre interessate di molti altri- vengono abilmente utilizzate da tutti per leggere ciò che gli impone la propria coscienza (pochi, invero) o la linea di partito. Rispetto per l’indipendenza della Magistratura, rispetto delle Leggi, uguaglianza fra tutti i Cittadini nell’applicazione della Legge e delle sentenze, ma anche apertura verso la grazia a Berlusconi a condizione, però, che non si faccia cadere il Governo, fino al riconoscimento che non si può assolutamente tenere fuori dal Parlamento chi rappresenta tanti milioni di italiani, a prescindere se sia stato condannato o meno.
Quella nota diffusa dal Quirinale dice tutto e non dice nulla probabilmente proprio per consentire una lettura che “accontenti tutti” in attesa di chissà cosa, mentre sarebbe stata più opportuno ribadire con forza che il rispetto delle Leggi e delle sentenze deve essere valido per tutti, nessuno escluso, e che quindi non c’è necessità di attendere votazioni in Aula o di conoscere quali saranno le decisioni circa il numero di anni di interdizione. La Legge Severino dello scorso anno indica abbastanza chiaramente cosa si debba fare, ma si sta volutamente ignorando perché si ricercano “vie d’uscita” inesistenti ed impraticabili attraverso la solita arma del ricatto circa la tenuta del Governo.
Tutto questo indigna milioni di italiani. E non per il personaggio in sé, bensì sul principio che si profila circa l’uguaglianza davanti alla Legge, che non mette tutti sullo stesso piano se si gode di un forte consenso elettorale. La politica non può e non deve essere tenuta fuori dalla Legge cui sono sottoposti tutti i Cittadini italiani, nessuno escluso, dal migliore al peggiore, dal più ricco al più povero, dal politico potente al semplice elettore.
Io auspico che esistano gli strumenti legislativi e costituzionali -nonché gli uomini che con coraggio le facciano valere- per punire severamente tutti coloro che -Parlamentari e non- dovessero consentire la mancata applicazione dell’Art. 3 della Costituzione, perché questo farebbe crollare tutto il sistema su cui si basa il nostro Paese. Tutti si sentirebbero autorizzati (e con mille ragioni) a non rispettare Leggi e sentenze. Non importa se si porti un cognome importante, se si sia parlamentari, giudici o personaggi di spicco di qualsiasi ordine e grado istituzionale: da Cittadini onesti esigiamo, con forza e senza eccezione alcuna, che a sedere in Parlamento siano persone senza conti aperti con la Giustizia. Il ruolo istituzionale lo impone, il Popolo lo pretende!
“Agibilità politica”: parlamentare a prescindere.
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > “Agibilità politica”: parlamentare a prescindere.