Questa mattina, mentre percorrevo la strada che da Montalto porta a Taverna, ho incrociato lo sguardo di una persona ferma su un marciapiedi: l’ho riconosciuto subito e mi ha riportato alla mente la mia adolescenza. In un attimo mi sono passate davanti una serie di immagini del mio passato, di quando -poco più che ragazzo- organizzavo i festival dei bambini, prima nella saletta di San Domenico (oggi Museo Leoncavallo) e poi nel salone del Cinema Don Bosco. Quanti ricordi! E quanti ragazzi ho preparato e fatto cantare sui palchi, accompagnati da amici musicisti come Tonino Quintieri, Eugenio Mirandola, Maurizio Napolitano… e poi Enrico Lucchetta, il compianto Davide Cinelli, Francesco Morrone, Daniele Lucchetta, Adriano Quintieri… Erano altri tempi. Trascorrevamo mesi a provare per poi far esibire i ragazzi, ed alcuni di loro che erano addirittura della Scuola Materna, oggi sono già genitori. Eh, si! Parliamo di molti anni addietro, per la precisione 36 anni fa il mio primo festival preparato -da solo- all’età di 15 anni con la mia chitarra che oggi conservo come un cimelio, sempre perfettamente accordata.
E poi scorrevano nella mente le immagini dei Recitals, della serata “The Blobs 20 anni dopo“, dei Concorsi fotografici, delle Mostre, del Festival Nazionale del 1993, dei sei anni di avventura con “L’Occhio“, della manifestazione in onore dei Caduti in Guerra con la posa del quadro in memoria di mio padre all’ingresso del Comune, dell’Antologia Pensieri che ci ha consentito di assistere tre disabili per cinque mesi, il “Com’eravamo…” e tante altre cose ancora…
Si, tutto sommato -pensavo continuando a guidare con un sorriso di compiacimento- qualcosa nella mia vita l’ho fatta e sempre senza ricorrere a contributi pubblici. Non so se hanno lasciato un segno negli abitanti di Montalto, se qualcuno ancora se ne ricorda o se tutto è stato dimenticato, ma nel mio cuore io conservo i sorrisi e la gioia dei ragazzi, i tanti applausi che insieme abbiamo raccolto, le tante lacrime di commozione che ho versato e… tante volte non solo per la commozione… così come conservo anche qualche filmato, qualche foto…
Quello che non mi riesce di ricordare, invece, è chi sia stato a dirmi una volta: “ma chi te la fa fare a spendere tanti soldi, e poi nemmeno un ‘grazie’ per quello che fai?“. Ma io non volevo essere ringraziato, nè mi importava di spendere soldi e tempo per i ragazzi. Lo facevo perchè mi piaceva farlo, perchè mi sentivo appagato quando dal nulla tiravamo su uno spettacolo, un evento, e quando il nome di Montalto grazie ai miei sforzi compariva su giornali come Tutto Sorrisi e Canzoni, Famiglia Cristiana, Repubblica, Visto, Il Giornale di Napoli, Il Corriere del Mezzogiorno…
Poi mi accorgo di essere arrivato a destinazione: smetto di pensare al passato, scendo dalla macchina e con un “santino” in mano cerco di vincere l’imbarazzo del dover chiedere il voto ad un amico.
Decisamente era più facile preparare i bambini nel canto…
Eh, si! Qualcosa per Montalto l’ho fatta anche io…
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