Ho visto un film, diverso tempo fa, nel quale un Presidente degli Stati Uniti, di nascosto da tutti, si è camuffato e mescolato tra la gente comune, tra quelli del Popolo, tra quelli che non erano soliti frequentare la Casa Bianca o le serate mondane.
Voleva “toccare con mano” come viveva la gente comune, le difficoltà che aveva, i sogni che faceva, le aspirazioni per se stessi e per i figli, il modo di affrontare giorno per giorno la quotidianità e gli imprevisti, che non capitano solo ai ricchi, ma anche a chi vive di sola elemosina.
Si accorse subito di quanto ogni decisione presa dalla Politica -nel corso degli anni precedenti- avesse inciso in modo devastante per il Popolo, di come avesse portato tanta gente, dal ceto medio, a fare la fila alla mensa dei poveri, persone malate destinate a morire per malattie curabili in qualsiasi struttura pubblica. Capì persino che la gente, nonostante tutto, credeva in lui, nelle promesse che aveva fatto durante la campagna elettorale, “perché -dicevano- è un brav’uomo, non si lascerà condizionare dal denaro e dal potere”. Comprese che con quanto gli chiedevano di investire in una fornitura di armi per potenziare il già abnorme arsenale del quale, probabilmente, si era persa la “conta”, avrebbe sfamato e curato l’intero Popolo americano.
Non ci pensò due volte e, tornato nei suoi ranghi di Presidente, mise mano a quella che sarebbe stata la vera “Rivoluzione Americana”.
Mobilitò il suo intero Staff, convocò i membri del Congresso, fece riunioni e incontri personali con politici, imprenditori, medici, autorità religiose e in meno di una settimana il suo Piano era pronto per passare all’approvazione.
Adesso non ricordo i particolari, neppure gli attori o il titolo del film, a dire il vero, ma una cosa mi è rimasta impressa in modo indelebile: quel Presidente fu ucciso in un attentato il giorno prima che il Congresso votasse quelle misure e che, tra funerali di Stato, passaggio delle consegne al Vice Presidente, riassetto degli uffici e del personale e quant’altro, quel provvedimento a cui aveva così coraggiosamente lavorato, in una delle scene finali, si vede che viene strappato da due mani eleganti, ben curate, senza alcun segno di fatiche o di sofferenze.
Morale. Ci sarà anche qualcuno che parte con le più belle intenzioni, le più nobili, ma se non si adegua al “sistema”, se non si piega alle potenti lobbies che detengono l’effettivo potere nella società, viene annientato -o politicamente, o giudiziariamente, o fisicamente- senza alcuna pietà.
Se un Governo tecnico (o politico) volesse veramente mostrare “le palle” (mi si passi il termine, ma altre parole non rendono quello che voglio dire), anziché aumentare le tasse, le dimezzerebbe; anziché “foraggiare” le banche con fiumi di denaro e leggi che le agevolano, le obbligherebbe a ritornare a fare “banca” e non più puro commercio di denaro a scopo di lucro; taglierebbe definitivamente alcuni costi inutili, anziché ridurli di percentuali ridicolmente basse (vedi auto blu, consulenze, privilegi, Consigli di Amministrazione di Enti “inventati” solo per i “trombati”, ecc…) e non taglierebbe certamente i fondi alla Ricerca, alla Sanità, alla Scuola, ai Servizi Sociali.
Qualcuno mi darà del “comunista”, sapendo che è un termine che io odio, ma se questo è, per una volta sono fiero di esserlo perché mi rendo conto che la giustizia, l’equità, ma soprattutto la ragionevolezza, questo chiede attualmente a chi ci governa. E invece…
(domenica 8 luglio 2012 alle ore 09.27)