Ho messo davanti allo specchio i pensieri miei, li ho costretti a guardarsi in faccia, a mettersi a nudo dinanzi a loro stessi perché prendessero atto di come sono.
Alcuni li ho visti fare salti di gioia, altri nascondersi dietro loro stessi, altri scappare via.
Di quelli rimasti, poi, ne ho fatto due gruppi per evitare che si mescolassero: li ho osservati bene e ad una buona parte di loro ho indicato la via per uscire dalla mia mente. Alcuni hanno chinato il capo, si sono incolonnati verso la porta e sono usciti, altri hanno approfittato di un mio attimo di distrazione nell’indirizzare quella fila con lo sguardo e hanno trovato rifugio nei meandri della mia mente, forse più impauriti che non desiderosi di restare. Un giorno torneranno a vagare e forse proveranno a contaminare la parte buona e sorridente che oggi occupa il palcoscenico della mia vita, forse riuscendovi, forse no… ma non importa, perché per adesso sono rimasti in pochi e costretti alla fuga, all’esilio.
“Domani, poi, è un altro giorno: si vedrà…”.
(sabato 7 luglio 2012 alle ore 17.51)
