Scorci di luna appaiono all’orizzonte,
là, tra quelle nubi simili a foschia.
Stelle e nebulose si scorgono ancora oltre,
allungando lo sguardo in quell’aere infinita
or tinta di nero, invero, non di blu profondo.
Cade una stella, lontana,
e stringe ad essa lo sguardo mio
ch’era perso in quell’infinito,
a vagar meravigliato di quel dipinto
che vive su una tela senza confini;
cade e invoca ch’io esprima,
osando senza pudore,
il mio desiderar nascosto.
Non ch’io creda, invero,
ma desiderar non costa,
e come un bambino chiudo gli occhi
e le dita incrocio con scaramantico gesto.
(martedì 3 luglio 2012 alle ore 21.03)