Nella vita di ciascuno di noi ci sono dei momenti in cui, anche il “no” alla richiesta più banale, pesa quanto un macigno. Me ne rendo conto perchè in questo momento, vorrei solo poter sentire “si” a qualunque domanda, dopo che è bastato un “no” a rovinarmi la serenità che stavo vivendo.
Lo so, sembrerebbe un discorso molto egoistico, ma prima di giungere a questa conclusione, mi sono calato nei panni di altre persone, cercando di immaginare cosa avrebbero potuto pensare ad un mio diniego per qualcosa che per loro fosse stato importante.
Considerato che so bene cosa si prova in questi casi e che oggi non esistono più le mezze misure -forse per il troppo stress, forse perchè siamo anche un po’ viziati- ho immaginato che il mio “no” avrei dovuto rimandarlo a tempi migliori, a quando la tempesta si fosse calmata.
Già, il problema è che per me la tempesta non accenna a calmarsi, anzi… sembra proprio che il tempo peggiori di attimo in attimo e ogni richiesta di aiuto, di rifugio, di riparo, di fuga, aspetta come risposta un “si” secco, senza tentennamenti, così come faccio io di solito, quando per aiutare, non mi faccio spaventare neppure dalle minacce, quando, nonostante non abbia i soldi per il caffè, non ho esitazione a dare la mia persona a garanzia di un debito, quando rinuncio al mio pranzo per far sedere chi ha più fame di me…
Fa male quando le parti si invertono e in mezzo a tanta gente ti ritrovi da solo, quando ai tuoi tanti “si” fanno eco altrettanti “no“.
Oggi ho tirato fuori una bilancia e ho cominciato a “pesare“, da un lato, i miei “si” invitando ciascuno dei “commensali” a mettere sul’altro piatto il proprio monosillabo. Ho assistito già a qualche “sparizione“, a qualche “no” e sono appena all’inizio… ma già il poco che ho visto non mi ha strappato sorrisi, tutt’altro…
E ogni istante che passa, mi convinco sempre di più che il mio sorriso, quello “autentico“, lo meriti solo qualcuno a cui non smetterò mai di elargirlo perchè -evidentemente- sa commuoversi come me, gioire come me, amare come me.
“Intendenti pauca“, dicevano gli antichi latini, e loro, vi assicuro, ne sapevano molto più di noi…
(martedì 26 giugno 2012 alle ore 17.35)