Mi ritrovo -involontariamente- a fare un viaggio tra le scartoffie dell’archivio dei miei ricordi, tenuti lì, tra mente e cuore, proprio come un disordinato sgabuzzino di un editore, con pile di giornali e libri ricoperti di polvere spesso dimenticati per decenni sugli scaffali più alti.
Qualcosa il vento ha portato via scardinando più volte le “finestre” ormai usurate dal tempo, ma il grosso dell’archivio è ancora lì…
Metto gli occhiali e comincio a prendere in mano quei vecchi fogli. Qualcosa si legge a stento, altro no, ma il “fatto” di ogni notizia riportata, la trama di ogni romanzo, è ancora leggibile…
Quanti errori, quanti refusi, quanti reportage inutili vi ritrovo! E quante “campagne di solidarietà” portate avanti -il più delle volte- per situazioni o persone poi risultate immeritevoli!
Seduto su quella vecchia sedia impagliata e con la luce fioca di una candela che sta via via consumandosi, leggo e mi domando in continuazione se sia valsa la pena lavorare per questo o per quell’articolo…
Si, qualcosa -sicuramente- avrei potuta scriverla meglio, qualcosa avrei potuto evitarla… ma di due costanti presenti in tutte le pagine ripercorse mi accorgo che, probabilmente, non sarei mai riuscito a prescindere, benchè ad esse si possono attribuire la maggior parte delle sofferenze poi patite: l’onestà e la bontà di cuore. Già! Chi sarei diventato se in queste pagine oggi non trovassi tanto inchiostro che parla di loro?
Ripongo negli scaffali ogni cosa, rimetto a posto la sedia, spengo la candela e, con la penna e un foglio in mano, riprendo il cammino.
Buongiorno, mondo.
(venerdì 22 giugno 2012 alle ore 08.34)
