A ciascun individuo non dovrebbe essere permesso di approdare ai vertici di qualsiasi Istituzione oltre due mandati nell’arco della propria vita e per un periodo non superiore a cinque anni. Trascorso questo periodo, dovrebbe essere obbligatorio ritornare esattamente da dove si proveniva -con lo stesso tipo di incarico e retribuzione- e perseguibile per eventuali illeciti commessi a suo o ad altrui vantaggio. Solo così uno statista potrebbe essere stimolato a fare bene per lasciare almeno un’impronta positiva del suo operato, o un sindacalista per avere interesse a tutelare i lavoratori di cui tornerà a far parte in breve tempo, ecc…
In Italia abbiamo personaggi che continuano a definirsi “un operaio prestato al mondo della politica transitando dal sindacato“, ma sono decenni che sono ancora lì a fingere di interessarsi dei problemi della gente; così come abbiamo persone che sono nate nella Segreteria di un partito per mano di non si sa quale malefica ostetrica e, dopo quarant’anni, sono ancora seduti in Parlamento. Mi piacerebbe vedere la loro carta di identità per leggere cosa c’è scritto alla voce “professione“!
In Italia abbiamo consentito che potessero nascere, partendo da propositi nobilissimi, i peggiori poteri che si possano esercitare a danno del Popolo. E la cosa più deprimente è che -dal vertice sino ad un livello molto vicino al Popolo- sono tutti della stessa pasta (con, forse, qualche rarissima eccezione), ciascuno nella percentuale che gli è consentita, pronti a “sfruttare” ogni cosa a proprio vantaggio, pur di mantenere il potere acquisito.
Ci risolleveremo mai? No! La risposta, purtroppo, è no! Quando in un corpo la cancrena cammina così rapidamente e su ogni parte dell’organismo, non è più possibili estirpare il male e salvare il resto.
Diagnosi: il paziente è in coma irreversibile. Unica possibilità è l’espianto degli organi sani, ove ne sia ancora rimasto qualcuno, e procedere a trapiantarli in altra nazione…
(martedì 19 giugno 2012 alle ore 21.03)