Nella mente umana, troppo spesso, la ragione viene “battuta” dai sentimenti. E non solo dai buoni sentimenti. Il rancore, l’odio, la gelosia, l’antipatia, molto spesso hanno la meglio sul buon senso, sulla logica, sulla razionalità, generando situazioni incresciose o -ancor più grave- drammaticamente irreversibili. E non esiste argomento a cui si potrebbe pensare che non sia passibile di tale sconfitta intellettuale, perché di questo si tratta quando non è follia.
E’ un tipo di atteggiamento che genera gesti incredibilmente sproporzionati alla causa scatenante proprio perché vittima dell’imprevedibilità dei sentimenti. Il rancore, l’odio o la gelosia hanno visto uomini uccidere un vicino di casa, un passante, un barbone, una donna, un bambino. Motivazioni spesso futili, ma che hanno innescato una rabbia potente e prepotente in una escalation continua alimentata anche da istigazioni, volontarie e non, di altre persone.
E persino l’antipatia è riuscita a trasformarsi in atti di bullismo tra ragazzi, nelle scuole, sino a sfociare in drammatici suicidi di chi non ha retto a continui attacchi verbali, a vessazioni, a scontri fisici o a stalking attraverso telefonini o Social Network.
Una follia che troppo spesso è il frutto di una ben più lucida forma culturale che va sempre più diffondendosi e che si allontana dal rispetto per la persona e per le sue idee.
A partire dalla famiglia, primo soggetto deputato alla formazione dell’individuo, ma passando per la Scuola, per i mezzi di informazione e tutto ciò che gli ruota attorno, è necessario che si prenda coscienza delle proprie responsabilità e si lavori insieme, in perfetta sinergia, per ridare voce a quei valori che oggi sono stati soppiantati da una triste solitudine. La stessa Rete Internet, attraverso i Social Network sempre più frequentati, dovrebbe intervenire attraverso una moderazione che non limiti la libertà di nessuno, ma che non consenta un uso/abuso di questo preziosissimo strumento di comunicazione. Il rispetto per la libertà di ciascuno parte dalle piccole cose, ed è solo così che si può impedire a quella parte negativa di ciascuno di noi, di prendere il sopravvento sulla ragione e scatenare atteggiamenti e comportamenti che rasentano o superano la follia.
Avere un’opinione diversa, un angolo di osservazione che tiene conto di valori diversi, non costituisce un elemento per essere considerati inferiori e, soprattutto, per considerarsi superiori. La diversità, in ogni sua forma, che sia anche solo quella culturale, non costituisce un pericolo se la si accetta come un arricchimento e la si rispetta.
L’antipatia, che è più una sensazione che un sentimento, è qualcosa che è difficile da controllare, ma che troppo spesso induce a farsi un’idea sbagliata delle persone che si hanno di fronte e si finisce con il rinunciare ad approfondire una conoscenza, se non addirittura ad avversarla fino a combatterla, quasi come se quella persona fosse un nemico. Da qui a lasciare spazio alla follia, il passo è breve, ecco perché occorre lavorare per un’inversione di rotta nella formazione culturale di vecchie e nuove generazioni così da ridare vigore a quei valori in cui tutti affermiamo di credere, ma che poi preferiamo tenere chiusi nei cassetti del nostro egocentrismo.
La “ragione”, quasi sempre, è battuta dai sentimenti.
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > La “ragione”, quasi sempre, è battuta dai sentimenti.