“Le parole sono come le pietre”, per questo non vanno manipolate.

Le parole sono come le pietre

Le parole sono come le pietre”. Così tuonavano stamattina in Tv i giornalisti (conduttori ed ospiti) ad una trasmissione in cui si parlava del caso Becchi, il professore universitario indicato dai giornali come “ideologo del M5S”, salvo poi essere smentiti da Grillo e dallo stesso professor Becchi.
In sostanza il professore aveva “osato” far notare, attraverso un’intervista ad una radio, che la tensione che si è creata nella gente comune -tra chi soffre la fame, la disoccupazione, il disagio del precariato e tanto altro- potrebbe sfociare in rivolta armata nelle piazze se non si fa nulla per cambiare le cose. Accidenti, che pensiero azzardato e pericoloso che ha avuto quest’uomo! Ma non è poi lo stesso pensiero che hanno milioni di italiani costretti ad assistere al continuo abuso che fa la politica del suo ruolo per trarre profitti, vantaggi e privilegi a discapito del saper governare per il bene del Paese? E non è forse che in altri Paesi le rivolte sono realmente accadute quando il Popolo non ce l’ha fatta più?
Che tristezza sentire parlare quei giornalisti che puntavano il dito sulle parole usate per denunciare un andazzo insopportabile dei rappresentanti dello Stato che di fronte all’attentato dei giorni scorsi davanti al Quirinale -frutto della disperazione di un uomo e non certo di una cellula terroristica- hanno immediatamente pensato a rafforzare le loro scorte. Che tristezza nell’osservare come si sia voluta strumentalizzare l’affermazione di Becchi trasformandola in un invito alla violenza, solo per colpire il Movimento Cinque Stelle e come, nonostante le smentite di Grillo e dello stesso Becchi circa la figura di ideologo del Movimento a lui attribuita, si sia continuato a strumentalizzare il fatto per discreditare un evidente avversario politico forse cresciuto a dismisura rispetto a loro.
Mi chiedo se sia più pericoloso Becchi con la sua affermazione, o la Mussolini che dall’alto della sua esperienza (perché solo di questo si tratta) manipolava parole e discorsi nel tentativo di apparire una “moderata” indignata. Lei una moderata! Forse ricordo male, ma in diverse occasioni mi è sembrato di averla vista molto agguerrita contro la casta nel difendere e giustificare la rabbia di chi non ce la faceva più a sopportarne i privilegi. E pensare che un tempo mi era persino simpatica… Ma stamattina mi chiedevo -e mi chiedo ancora adesso- se non si rendano conto (non dico lei perché so già la risposta) della rabbia che si sprigiona in chi la ascolta ogni volta che va in Tv e si esprime in quel modo.
Se il Governo e i Parlamentari non riescono a comprendere che i segnali di una possibile rivolta popolare ci sono tutti -e le rivolte generalmente non sono pacifiche- non servirà a nulla condannare le parole di Becchi o tentare di screditare chi prova a scardinare il sistema dall’interno.
La storia dovrebbe averci insegnato che a tutto c’è un limite e che anche la sopportazione, ahimè, prima o poi quel limite potrebbe valicarlo.