Sembra un paradosso, ma accade, purtroppo. Accade perché si vuole che accada, perché non si fa nulla per cambiare le cose.
Le Leggi impongono un comportamento talvolta inapplicabile nella vita di tutti i giorni perché osservarle significherebbe “non vivere”, annullare la propria persona, eliminarsi ogni possibilità di azione. Chi ha la fortuna di avere un impiego con una retribuzione fissa, possibilmente proporzionata al costo della vita, riesce in qualche modo a barcamenarsi tra le bollette, le tasse, i mutui, la spesa alimentare, la scuola per i figli, le medicine, visite mediche, eccetera… Ma chi vive di un piccolo lavoro in proprio che con l’attuale crisi è praticamente un “luogo dove passare il tempo”, o chi è disoccupato -o ancor peggio chi è “inoccupato”-, pur nella sua più totale onestà è costretto al non rispetto di molte regole e di molte Leggi (anche morali) per poter vivere.
Come considerare “delinquente”, però, chi porta sulla tavola un piatto di pasta calda per i figli andando a “spaccare” legna per una persona benestante in cambio di qualche euro? O chi accetta di ripulire un giardino dalle erbacce, o di fare qualsiasi altro lavoro, purchè ottenga un compenso -per quanto esiguo e limitato a quella singola prestazione-? E come potrebbe farlo, peraltro, rispettando le Leggi se casi del genere non sono contemplati se non con le famose “prestazioni occasionali” che sono comunque assoggettate alla ritenuta d’acconto (che nessuno ti pagherebbe) e che non possono superare nell’arco dell’anno un certo numero di ore e un importo ridicolo di cinquemila euro? Ma chi “pensa” e “scrive” queste Leggi con questi parametri, ha mai lavorato in vita sua? O ancor meglio, ha mai fatto la spesa, anche solo quella alimentare? Io credo proprio di no!
Si parla di aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro -cosa buona e giusta almeno nel principio in sé-, ma ci si dimentica in modo assoluto di chi giovane non è più e si ritrova senza un lavoro, da sempre o perché lo ha perduto. E se non si arriva a comprendere che il buon senso deve superare la Legge, talvolta, ci ritroveremo con un esercito di persone disoccupate ed inoccupate, oneste, ma pronte a delinquere pur di sopravvivere. E le mafie, le associazioni criminali in genere, piccole o grandi che siano, giocano e fanno leva proprio su questa situazione di “necessità” assoluta e trovano terreno fertile proprio nell’involontario (?) appoggio che gli viene dallo Stato e dalle sue Leggi troppo rigide e limitanti per la povera gente e troppo accondiscendenti e accomodanti per chi detiene ricchezza e potere.
Saranno anche giuristi, filosofi, politici o tecnici, ma quelli che “abitano” come “fissa dimora” i Palazzi romani dello Stato e litigano per la Legge Elettorale o per quella sulla Diffamazione a mezzo stampa, di come va la vita del Popolo Italiano non hanno mai capito nulla… e la gente onesta, oggi, paradossalmente è costretta a delinquere per rimanere “onesta”… W l’Italia!
Onesti costretti a “delinquere” per poter rimanere “onesti”!
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > Onesti costretti a “delinquere” per poter rimanere “onesti”!