La cronaca di questi giorni proveniente dal Medio Oriente ha rimbalzato immagini che i media hanno mostrato -e a mio avviso sbagliando- nella loro terribile crudeltà, di bambini uccisi da missili lanciati contro centri abitati divenuti bersaglio innocente di una guerra che non vuole finire.
In altri Paesi sappiamo bene che i bambini vengono usati talvolta come “scudi umani”, altre volte come “esercito” vero e proprio. Piccoli che dovrebbero giocare e andare a scuola e a cui, invece, viene “imposto” il terribile gioco della guerra reale, senza alcuna pietà e senza alcun ritegno. Se anche potessi comprendere le ragioni di una guerra (nelle motivazioni, non certo nella bellicità in sé), mai potrei capire ed accettare l’utilizzo di bambini come soldati, ruolo che vorrebbe una maturità tale da far propria quantomeno la convinzione di poter morire e di poter uccidere (e tra le due cose, non ce n’è una peggiore dell’altra).
Nelle cosiddette “democrazie” di tipo occidentale, invece, oltre che le violenze spesso perpetrate in famiglia, dai maltrattamenti a quelle sessuali, troppo spesso stanno diventando oggetto di cronaca -con disonore- i maltrattamenti negli asili, compresi quelli nido, da parte di insegnanti probabilmente sulla soglia dell’esaurimento nervoso e che, non sapendo come fare per gestire la troppa vivacità dei piccoli, li picchiano in modo violento. Io non so se fanno lo stesso con i loro figli o se sfogano sui figli degli altri ciò che sulle loro creature non osano fare, ma una cosa è certa: la Scuola, come ogni luogo che abbia a che fare con i bambini, è un luogo sacro, oltre che di cultura, di educazione e di crescita per la loro formazione, per come devono affrontare il futuro e per ciò che possono essere per se stessi e per gli altri giorno dopo giorno, fino a quando saranno chiamati ad essere loro stessi educatori, insegnanti, psicologi ed anche governanti del loro Paese. La formazione che ricevono e i metodi che li avranno formati sono una parte importante di ciò che ne determinerà l’esistenza intera: non si può e non si deve sbagliare. Soprattutto non si devono “violentare” in alcun modo, sia esso fisico o anche psicologico.
Abbiamo avuto notizie provenienti da ogni ambiente sociale, dalla stessa Chiesa, dalla Scuola o dai gruppi associativi -ricreativi e formativi-, di violenze e di abusi sessuali. Sono i luoghi dove li immaginiamo “al sicuro” e vorremmo poter contare su coloro a cui li affidiamo. Che non ci siano più “coperture” e protezioni per quelli che commettono simili reati, in qualunque sede essi avvengono: i bambini sono e devono restare “sacri e inviolabili” se si vuole sperare in un mondo migliore.
La Giornata Mondiale dell’Infanzia sia da celebrare per quanto di buono viene fatto per i “cuccioli d’uomo”, non per ricordare le violenze che subiscono senza potersi in alcun modo difendere, peraltro; e per chi è credente, ricordo che Gesù diceva “ogni cosa che farete a questi piccoli, l’avrete fatta a me.”
I bambini sono “sacri”: NO alla violenza!
Giancarlo Aspromonte > Riflessioni Spettinate > I bambini sono “sacri”: NO alla violenza!