Amplificazioni con non meno di 10.000 Watt, strumenti ultramoderni, sintetizzatori, multieffetti, parco luci a led, scanner costosissimi, schermi giganti, americane, macchine del fumo, microfoni senza fili, mixer digitali… Anche un piccolo concertino da piazzetta per duecento persone diventa un “evento”, un “gran concerto” con tanto di manifesti affissi per i locali o sui muri.
Non era così in quegli anni, quando -se avevamo fortuna- riuscivamo appena a procurarci un discreto amplificatore valvolare per chitarra e, nei concerti più “all’avanguardia”, un organo Hammond con il Leslie e un mini Moog poggiato sopra per suonare le ultime novità. Microfoni rigorosamente a filo, quasi sempre RCF “da chiesa” presi in prestito dal parroco insieme alle aste diritte (l’asta a “giraffa” era un lusso da concedere al massimo al tastierista, se cantava). E l’amplificazione? Se si riusciva a procurare un FBT, o un LEM o un MONTARBO da 100 Watt a canale era già un grande successo… Batteria acustica con due piatti dal suono che, al solo pensiero, mi fa accapponare la pelle, e la mitica coperta dentro la cassa, per attutirne il suono. Eppure, suonavamo e facevamo le festicciole parrocchiali (anche allora senza essere pagati, ma solo in cambio di una pizza) ed eravamo così contenti, così spensierati, così “lontani” dal ricercare la perfezione nel suono e nell’intonazione…
Erano decisamente altri tempi, capaci di far nascere canzoni immortali come quelle dei Beatles (oggi una canzone semplice come lo erano allora verrebbe cestinata subito), e di creare moda come i pantaloni “alla Celentano”, i capelli alla “Nada”, ecc…
Non lo so se era meglio allora o meglio adesso, ma certamente una cosa è rimasta a “legare” i due periodi: la passione per la musica. Quella passione che mi ha portato, alla soglia dei cinquant’anni, ad “inventarmi” batterista per necessità nel mettere su, insieme ad altri amici, un gruppo musicale con il quale suoniamo le canzoni dei miei tempi o ancora più vecchie. Oggi, sicuramente molto più che allora, aggiungiamo sempre -“a condimento”- un buon bicchiere di vino (per “schiarire la voce” -questa è la scusa-) che ci “amplifica” il dono naturale del gruppo: l’allegra simpatia!
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Che bei tempi, mi ricordo anche il mitico Davoli!!! Un amplificatore a valvole che se tirato al massimo distorceva e varie “trombe” assemblate alla meno peggio ma… suonavano!!! L’ex cinema Don Bosco che per noi era meglio del Madison Square Garden. Le scenografie disegnate a mano in occasione dei concerti, le luci con i filtri sempre fatti a mano che dopo un po’ si bucavano… ))) le prove fatte con la pioggia, scavalcando recinzioni (quel testone del parroco per non farci entrare chiudeva col lucchetto l’ingresso dal “campetto”) con l’amplificazione al seguito… e gli amici che non ci sono più. Ogni volta che ci penso mi vien da piangere… ecco appunto…