Sta per arrivare il 14 Febbraio e ovunque c’è fermento per San Valentino, la festa degli innamorati.
Per definizione questo giorno è interpretato come la festa delle coppie, di coloro che vivono una storia d’amore -che sia etero oppure no, poco importa-, ma in effetti dovrebbe essere principalmente la festa di chi è innamorato, a prescindere se viva o meno una storia di coppia. Non è forse innamorato chi si strugge per un amore non corrisposto? O non è forse innamorato chi nel profondo del suo cuore ama perdutamente un’altra persona senza riuscire mai a trovare il coraggio di dichiararsi? O ancora: non è forse innamorato chi riesce a voler bene a se stesso prima che a chiunque altro, ad amarsi profondamente e a mettersi sempre al primo posto?
La “festa degli innamorati” deve essere intesa come la festa dell’amore presente in qualsiasi essere umano che ama, a prescindere da tutto e da tutti, da chi o da cosa egli ama.
La vera festa degli innamorati è quotidiana, non risponde a date o anniversari e quant’altro, ma solo a quella forza che nasce da dentro e che si sprigiona attraverso piccole attenzioni, piccole carezze fatte anche di soli sguardi, di silenzi, di gesti non legati al senso del dovere, ma spontanei e inaspettati. Che si ami un solo giorno, o che si ami tutta la vita, è questo il regalo più atteso e più desiderato che si possa fare. A meno che, ovviamente, più che amare la persona che si ha accanto, si sia innamorati del suo conto in banca, e allora un diamante è decisamente meglio!
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